Collana diretta da Roberto Cerenza

Nel surplace si condensa l’apparente movimento del libro, che si sottrae al tempo a cui è assegnato, dissolvendo il rinvio al passato e all’avvenire, per affidarsi solo alla infinitamente ripetibile possibilità del suo presente.
Allora il surplace nulla ha a che fare con la placida fissità della sospensione contemplativa, ma è semmai il momento di presa in carico della tensione che attraversa la scrittura, marcando in essa il desiderio, intrinseco e inesorabile, di andare controcorrente senza muoversi affatto, annidandosi nell’intermezzo abissale che precede il dispiegarsi di infinite direzioni, per renderle tutte ugualmente estraibili e cancellabili. Nella fatale semplicità del surplace risuona, in maniera tanto forte quanto implacabile, il continuo ricongiungersi a un punto interstiziale, presso il quale ci si ritrova decentrati dal tempo, eppure in balìa del miraggio e del paradosso di poter navigare in esso violando la linearità del suo scorrimento. Questa iniziativa editoriale non è, perciò, contrassegnata da alcuna definizione programmatica che disponga i titoli riferendoli in maniera coordinata e distributiva a una matrice univoca, ma nasce semmai con lo scopo, vertiginoso e forse mai del tutto realizzabile, di rivendicare la propria inappartenenza a qualsivoglia codice temporale, fosse pure quello di una marginale agenda su cui appuntare griglie e prefigurare schemi, nei quali collocare generi e autori. In definitiva, Surplace è un’idea di collana che aspira in fondo a restare vittima di sé stessa, del suo primo passo già più lungo della gamba (e dunque destinato a rimanere in sospensione disequilibrata, privo di ritmo e/o di intermittenza calcolata tra accelerazioni e rallentamenti, del tutto simile al tentativo di prolungare un intervallo), e i titoli che a essa daranno forma, oscilleranno tra la riproposta di materiali disseminati nei punti ciechi degli almanacchi fisici e mentali di ciò che comunemente si intende essere repertorio fuori-catalogo, e la pubblicazione di testi inediti che ambiscono a dispiegare la loro traiettoria umbratile tagliando la fatiscente luminosità dell’oggi.