Cinema e rivoluzione
Autore: Francesco Mancuso
ISBN 978-88-31911-46-7
Pagine: 200
Anno: 2023
Formato: 12,5 x 19,5 cm
Collana: Surplace, 5
Supporto: libro cartaceo
Tempi moderni è l’ultima opera in cui Chaplin presta il proprio corpo a quella silhouette che, rendendolo celebre in tutto il mondo, è stata salutata con il più anonimo di tutti i nomi: Charlot. Come rimetterci sulle tracce di questo inguaribile vagabondo? A guidare la composizione di queste pagine, è l’ipotesi che alcune centrali categorie benjaminiane possano procurare un accesso peculiare al film del 1936. Nelle tesi sul cinema di Walter Benjamin, Chaplin riveste un ruolo cruciale, in quanto vera e propria incarnazione della tecnica del montaggio cinematografico. Questo imprescindibile punto di riferimento, al contempo, lascia intravedere un appiglio per una particolare leggibilità di Tempi moderni: un rimontaggio virtuale della pellicola, attraverso quei concetti maneggiati da Benjamin per pensare il nesso che, nel pieno della modernità, lega estetica e politica, cinema e rivoluzione. Apparentemente estranea a ogni politica, la gestualità messa in scena da Chaplin diviene l’indice di una pratica di diserzione rispetto a ogni progettualità ideologica e volontà rappresentabile. Come “carattere distruttivo”, Charlot libera i luoghi della città in cui si ritrova a vagabondare dalla loro destinazione necessaria; ne mette a nudo le minuscole e insospettabili crepe, facendo spazio per l’irruzione di quelle forme di vita marginali ed eccessive, da sempre escluse dal teatro del mondo.
Francesco Mancuso studia i legami tra estetica e politica in alcuni capitoli del cinema, della filosofia e della letteratura del Novecento. Attualmente sta ultimando un lavoro su Pier Paolo Pasolini. Svolge la sua attività di ricerca presso l’Università di Siegen in Germania.
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