Articoli dal «Nazionale» e scritti dall'ergastolo di Santo Stefano
Il Quarantotto fu la chiara manifestazione sociale dell'ideale politico a cui legittimamente aspirava un'umanità più consape-vole, armata di un più maturo concetto di libertà e tesa verso un nuovo diritto e un nuovo ethos. Silvio Spaventa, che fu uno dei più giovani protagonisti di quella stagione rivoluzionaria, si fece interprete e propugnatore del risorgimento della coscienza politi-ca e, dalle colonne del «Nazionale», s'impegnò a comprendere gli avvenimenti a lui contemporanei, sia nella loro necessità etica e pratica, sia nel loro significato storico.
Gli articoli del «Nazionale», che pubblichiamo in questo volume, sono - come scrive Benedetto Croce - «la «filosofia» di quella «rivoluzione»» e insieme alla Riazione e il progresso, crediamo, rappresentano un documento storico e politico indispensabile non solo per intendere la ragione di una rivoluzione che ha cambiato il volto e la coscienza europea, ma anche per riappropriarci pienamente di una tradizione politica e culturale che l'opera della reazione ha, dopo il Risorgimento, a più riprese, tentato di sconficcare dalle nostre coscienze.
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