Affettività, suggestione, paranoia
Prefazione di Filippo Maria Ferro
A cura di Angiola Iapoce
Traduzione dal tedesco di Serena Piersanti
in collaborazione con Anna Margarete Erler
ISBN 978-88-6542-936-5
Pagine: 158
Anno: 2023
Formato: 15 x 21 cm
Collana: Psicopatologia, 1
Supporto: libro cartaceo
Attraverso un’analisi approfondita e l’inserimento di illuminanti casi clinici, Eugen Bleuler affronta, con sguardo nuovo rispetto alla psichiatria dell’epoca, il quadro clinico della paranoia.
«Il leitmotiv sta nel mostrare come il delirio, pur avendo una progressione che va oltre i confini dell’affettività, non comprometta il funzionamento del soggetto e ambisca ad una considerazione a parte ... Sono brevi pagine che si allineano a quanto Karl Jaspers chiarirà con esemplare rigore e anticipano le Daseinformen di Ludwig Binswanger. In questa accezione la Paranoiafrage si conferma quale una cartina di tornasole per la psicopatologia e, per Bleuler, un passaggio di riflessione cruciale nell’elaborazione del suo pensiero sulle psicosi» (dalla prefazione di F.M. Ferro)
Eugen Bleuler (1857-1939). Medico e psichiatra, dal 1887 al 1927 tenne la cattedra di psichiatria a Zurigo, dove fu direttore dell’ospedale psichiatrico Burghölzli che, sotto la sua guida, divenne teatro di un grande fervore culturale e di ricerca, con personalità del calibro di Carl Gustav Jung, Ludwig Binswanger, Eugene Minkowski, Karl Abraham, Hermann Rorschach.
Introdusse il termine schizofrenia in sostituzione del kraepeliniano dementia praecox, contestando l’esito inevitabilmente demenziale della malattia, e indicando nella scissione (Spaltung) il meccanismo psicopatologico fondamentale nella genesi delle varie forme cliniche della malattia, da lui stesso individuate e descritte, anche in relazione ai diversi esiti prognostici.
I suoi rapporti con la psicoanalisi ebbero alterne vicende. Fu, con Freud, il primo direttore dello Jahrbuch für psychoanalytische und psychopathologische Forschung, ma nel 1910 si rifiutò di aderire alla Società Psicoanalitica Internazionale, ravvisando elementi di dogmatismo nelle posizioni di Freud.
Tra le sue opere principali: Affektivität, Suggestibilität, Paranoia (1906), Dementia praecox oder Gruppe der Schizophrenien (1911), Lehrbuch der Psychiatrie (1916), Die Psychoide als Prinzip der organischen Entwicklung (1925).
Filippo Maria Ferro ha insegnato Psichiatria presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Chieti. I suoi lavori riguardano la Psicopatologia, con particolare interesse alla fenomenologia ed alla psicoanalisi. È autore di oltre trecento pubblicazioni di Neurologia e Psichiatria. Si è occupato in particolare di clinica delle psicosi e di storia della psicopatologia. Tra i numerosi studi: Figure dell’isteria: dall’invenzione francese alla clinica psicoanalitica, Chieti 1966; Isteria e campo della dissociazione, Roma 2006 (con G. Riefolo); Psichiatria e Storia / Immagini e modelli della ‘follia’ dal Rinascimento al Positivismo, Chieti 2000; Anthology of Italian Psychiatric Texts, World Psychiatrice Association, Paris 2003 (con M. Maj) (ed. it. Genova-Milano 2003). L’attenzione psicopatologica agli esordi psicotici è stata la base per ricerche in neuroscienze (con V. Gallese, S.J.H. Ebisch, G. Northoff).
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