Libertà di ricerca e organizzazione della cultura
ISBN 978-88-6542-287-8
Pagine: 168
Anno: 2013
Formato: 12 x 20 cm
Collana: Assise, 16
Supporto: cartaceo
Il primo passo da fare quando si parla di libertà di ricerca e di organizzazione della cultura è di inquadrare i termini della questione nel contesto storico-culturale che le è proprio. È la condizione preliminare per avere l’alfabeto necessario a interpretare le forme e i linguaggi attraverso cui i poteri costituiti hanno esercitato ed esercitano la loro forza di coercizione sulle istituzioni culturali. In questo saggio Nicola Capone soddisfa tali condizioni. L’autore dimostra che «come la fine delle Università medioevali fu segnata dal prevalere del dogmatismo», allo stesso modo la fine dell’Università moderna è stata segnata dalla perdita dell’indipendenza della ricerca unitamente alla crescente specializzazione in nome dei “valori” del mercato. Come ha reagito il mondo della cultura e della scienza dinanzi a questa perdita di autonomia? Tranne rare eccezioni, coraggiosi tentativi solitari, la “cultura ufficiale” ha accettato tutto ciò come una sorta di destino ineluttabile. Tenere gli occhi chiusi su questa verità amara è imperdonabile. Questo saggio è un contributo prezioso per una comune riflessione su ciò che si deve intendere per cultura, conoscenza e democrazia.
Nicola Capone, libero ricercatore e docente di storia e filosofia nei licei napoletani. Formatosi presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, è socio fondatore della Società di studi politici. Nel 2004 ha curato L’antico e noi. Otto lezioni in difesa degli studi classici di Tadeusz Zielinski, (Napoli, Vivarium). Per La scuola di Pitagora ha pubblicato Il dibattito sull’Unità dello Stato dal Risorgimento alla costituzione repubblicana (2005) e ha curato La filosofia moderna nel pensiero di Hegel di Gaetano Calabrò (2011).
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