Domenico Losurdo tra filosofia, storia e politica

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ISBN: 9788865427330
A cura di Stefano G. Azzarà, Paolo Ercolani, Emanuela Susca
ISBN 978-88-6542-733-0
Pagine: 432
Anno: 2020
Formato: 15 x 21 cm
Collana: biblioteca di studi umanistici, 33
Supporto: libro cartaceo

Marxista ma anzitutto hegeliano, Domenico Losurdo credeva nella storicità della filosofia e dunque nella sua radicale politicità: se essa è il nostro tempo appreso nel concetto, proprio la politica ne costituisce il primo e più importante banco di prova.
Non si tratta di affidare a questa disciplina il compito di una mera descrizione del mondo o addirittura di una sua giustificazione, tanto più che la filosofia conserva sempre una trascendenza che nasce nella sua potenza discorsiva universalistica. Essa è storia ed è dunque politica, piuttosto, nel senso che il giudizio politico è il vero experimentum crucis della ragione. E la capacità di esercitarlo – che comporta la rinuncia ad ogni atteggiamento consolatorio e un’attenzione impietosa alle contraddizioni oggettive e ai salti qualitativi che innervano la trama del reale – può salvare o al limite falsificare intere filosofie, fino a dimostrare a volte la meschinità delle costruzioni teoriche anche più grandiose.
Condividendo questa impostazione, amici e colleghi dialogano in questo volume con i testi più importanti di Losurdo o con le tematiche che gli erano care, cercando di tramandare la memoria di un metodo di lavoro che nella sua ispirazione dialettica è stato anche una lezione di vita e di rigore esistenziale.

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