Critica del capire
A cura di Massimiliano Biscuso e Ambrogio Garofano
ISBN 978-88-7723-153-6
Pagine: 320
Anno: 2022
Formato: 15 x 21 cm
Collana: Profili. Testi e studi sul pensiero italiano, 1
Supporto: libro cartaceo
La Critica del capire vuole essere una chiarificazione, radicale e spregiudicata, dei concetti e dei principi della conoscenza e della realtà, che non propone a sua volta una nuova costruzione speculativa di tipo metafisico, cioè necessitante e totalizzante. In questo senso, l’opera del 1942 è una delle testimonianze più significative non solo della crisi dell’idealismo italiano, ma più in generale della delegittimazione che il pensiero europeo novecentesco ha operato nei confronti delle “grandi narrazioni” metafisiche. L’indagine prende in esame i più classici temi della filosofia teoretica: l’identità, la differenza e il giudizio, la libertà, l’opposizione e le sue forme, e, infine, lo stesso procedimento speculativo o filosofico. L’atteggiamento con cui Scaravelli discute tali questioni, confrontandosi con i più grandi filosofi del passato e del presente, è autenticamente critico, perché ne accetta l’impostazione, ne esamina i fondamenti e ne mostra infine l’intima incoerenza, senza perciò venir meno alla fiducia nella razionalità dell’impresa filosofica. Il testo della Critica del capire è accompagnato dalla pubblicazione di un’ampia scelta di inediti, che consentono di meglio apprezzare la ricchezza e la profondità delle indagini condotte da Scaravelli e di meglio afferrarne il profilo, a volte sfuggente, ma sempre affascinante.
Luigi Scaravelli (1894-1957), dopo gli studi in medicina, si laureò nel 1923 in filosofia con una tesi sulla logica gentiliana dell’astratto. Prestò servizio all’Istituto Italiano di Studi Germanici di Roma e negli Istituti italiani di cultura all’estero; in seguito intraprese la carriera universitaria, insegnando a Pisa dal 1941 Pedagogia e Filosofia morale e poi dal 1944 Filosofia teoretica. Fu tra i primi a scrivere di Heidegger in Italia (Il problema speculativo di M. Heidegger, 1935). Dopo la Critica del capire (1942), Scaravelli si dedicò allo studio di Cartesio (La prima Meditazione di Cartesio, 1951) e soprattutto di Kant, del quale fu senza dubbio uno dei più acuti interpreti del Novecento, dedicando alle sue opere lavori memorabili: dal Saggio sulla categoria kantiana della realtà (1947), alle Lezioni sulla Critica della ragion pura (1949), fino alle Osservazioni sulla «Critica del Giudizio» (1955).
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