Scienza e sacra scrittura nel XVII secolo
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SKU: 9788865422168
Autori vari
a cura di Maurizio Mamiani
ISBN 978-88-6542-216-8
Pagine: 296
Anno: 2013
Formato: 15 x 21 cm
Supporto: libro cartaceo
a cura di Maurizio Mamiani
ISBN 978-88-6542-216-8
Pagine: 296
Anno: 2013
Formato: 15 x 21 cm
Supporto: libro cartaceo
I contributi qui presentati affrontano il tema «Scienza e Sacra Scrittura nel XVII secolo» da diversi punti di vista, prospettando ciascuno le sue proprie soluzioni, nonché aprendo ulteriori ambiti di ricerca. Nella forma in cui sono qui stampati, costituiscono gli atti di un Convegno, con lo stesso titolo, tenutosi a Udine dal 9 all'11 ottobre 1995. Se la fecondità di un dibattito storiografico si valutasse dal numero e dalla varietà delle questioni aperte, questo volume si segnalerebbe per la ricchezza delle connessioni suggerite. Non è possibile convogliare in un'unica direzione la molteplicità dei suggerimenti qui offerti: basti sottolinearne la comune matrice storica, e la convinzione che per comprendere il farsi e il disfarsi delle idee occorra ricostruire la trama delle relazioni concettuali che storicamente si sono date, senza i limiti imposti dalle attuali aree disciplinari ne dalle prevalenti semplificazioni storiografiche. Il contributo di Paolo Rossi affronta il problema delle remote antichità e mette in luce il conflitto con l'interpretazione letterale delle Scritture generatosi, in età moderna, per determinare il tempo della storia. Mario Miegge sottolinea il rilievo assunto dall'interpretazione delle profezie, in particolare quella di Daniele, sia per la nascita di una rinnovata ermeneutica biblica sia per assicurare alla nuova scienza la convinzione di un ordine unitario e continuo della storia del mondo. Paolo Lombardi fa il punto sui moduli ermeneutici della Bibbia affermatisi in Italia nel XVI secolo, che portarono alla condanna di Galileo. Michael Segre confronta l'ermeneutica ebraica e quella cattolica a proposito della conciliazione tra tradizione e scienza. Ernan McMullin esamina la teologia di Galileo come si evince dalla lettera alla Granduchessa Maria Cristina di Lorena, mostrandone le implicazioni epistemologiche. Alfonso Pèrez de Laborda precisa il senso in cui Descartes intende la propria opera come una difesa «della causa di Dio». Peter Machamer confronta la scienza di Hobbes e le Scritture. William R. Shea mostra in che modo Pascal mantenga l'autonomia della ricerca scientifica pur ricavando dalla Bibbia un insieme di valori trascendenti. J.E. McGuire ricostruisce la teologia dei Principia di Newton a partire dall'incerta datazione del manoscritto newtoniano De gravitatione. Chiara Giuntini segue le sorti della scienza devota tra Seicento e Settecento, cogliendone i conflitti interni. Infine, Renato Mazzolini ricostruisce dal 1646 al 1733 il dibattito teologico e scientifico intorno al rapporto di causa ed effetto tra la maledizione biblica di Cam/Canaan e il colore nero della pelle degli Africani sub-sahariani.
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