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Camorra, malaffare e pubblica amministrazione negli atti dell'Inchiesta Saredo Autore: Giuseppe Saredo postfazione di Francesco Barbagallo ISBN 978-88-6542-095-9 Pagine: 338 Anno: 2013 Formato: 12 x 20 cm Supporto: cartaceo

La Commissione d'inchiesta Saredo, istituita l'8 novembre del 1900, è un documento fondamentale sui rapporti tra Stato liberale e società  civile in generale, ed in particolare tra Stato unitario e Mezzogiorno. Con essa si delinearono le caratteristiche della camorra, un fenomeno politico, economico e sociale che già  allora riguardava non solo gli strati più bassi della popolazione, ma coinvolgeva direttamente anche le classi sociali più elevate. La Commissione distinse la «bassa camorra» dall'«alta camorra», quest'ultima praticata «dai più scaltri e audaci borghesi» i quali, approfittando della ignavia e della miseria, riuscivano a ricavare lauti guadagni attraverso la concessione di appalti di opere pubbliche, violando palesemente le leggi di contabilità dello Stato e quelle di contabilità  delle amministrazioni comunali e provinciali. «E quest'alta camorra, che patteggia e mercanteggia colla bassa, e promette per ottenere, e ottiene promettendo, che considera campo da mietere e da sfruttare tutta la pubblica amministrazione, come strumenti la scaltrezza, la audacia e la violenza, come forza la piazza, ben a ragione è da considerare il fenomeno più pericoloso perché ha ristabilito il peggiore dei dispotismi, elevando a regime la prepotenza, sostituendo l'imposizione alla volontà , annullando l'individualità  e la libertà  e frodando le leggi e la pubblica fede».

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