0 Valutazione
17,00 €
Out of Stock
ISBN: 9791256130528
Autore: Coluccio Salutati
Introduzione, traduzione, commento e cura di Diego Quaglioni
ISBN 979-12-5613-052-8
Pagine: 152
Anno: 2025
Formato: 14 x 21 cm
Collana: Umanesimo e Rinascimento, 13
Supporto: libro cartaceo

Finito di scrivere e divulgato nell’estate del 1400, il piccolo trattato sul tiranno appar­tiene a pieno diritto ai classici del pensiero politico del travagliato periodo di trapasso dal medioevo alla prima modernità. Il suo autore, il cancelliere della Repubblica fio­rentina Coluccio Salutati (1331-1406), ami­co e corrispondente di Petrarca e di Boc­caccio e devoto cultore della memoria e del pensiero di Dante, a quel tempo aveva già pubblicato le sue opere maggiori: il De secu­lo et religione (1381-1382), il De verecundia (1391), il De fato et fortuna (1396) e il De nobilitate legum et medicine (1399). L’ormai settantenne umanista affrontava un sogget­to difficile e controverso com’era quello, in tempi di rivolgimenti costituzionali fre­quenti, del potere illegittimo per acquisto o per esercizio e dei possibili rimedi contro di esso. Lo sosteneva la sua solida dottrina giuridica insieme alla sua vastissima cultura storico-letteraria. Nel trattato, diviso in cinque capitoli, Salutati indaga il fenomeno tirannico: parte dall’etimologia e passa poi alle definizioni vere e proprie, debitrici verso la letteratura giuridica contemporanea e in particolare verso il De tyranno di Bartolo da Sassoferrato (1314-1357). Il cuore del trattato è però nei tre capitoli che riguardano Cesare: se sia stato un tiranno, se sia stato ucciso giustamente e se Dante abbia errato o no nel precipitare nel profondo dell’inferno, tra le fauci di Lucifero, i suoi assassini e capi dei congiurati, Bruto e Cassio, come traditori di colui che per disegno divino era giunto al principato. In polemica con Cicerone, e soprattutto con i teorici della liceità del tirannicidio come Giovanni di Salisbury, l’opera è apparsa spesso di problematica interpretazione, se posta a confronto con gli ideali repubblicani della Firenze del tempo e dello stesso Salutati.

Diego Quaglioni (Tempio Pausania, 1951), ex allievo dell’Istituto Italiano di Studi Sto­rici in Napoli, è uno studioso del pensiero politico del tardo medioevo e della prima età moderna. È stato professore di Storia delle dottrine politiche e di Storia del diritto medievale e moderno. Ha tenuto corsi e se­minari in Francia (Parigi, Lione, Lille), Ger­mania (Francoforte), Austria (Salisburgo), Cina (Wuhan) ed è stato più volte Visiting Researcher presso la Robbins Collection and Research Center in Religious and Civil Law (UC Berkeley Law), in California. Tra i suoi libri ci sono le edizioni dei trattati politici di Bartolo da Sassoferrato (Politica e dirit­to nel Trecento italiano, Firenze, Olschki, 1983), dei Sei libri dello Stato di Jean Bo­din (voll. II-III, Torino, Utet, 1988-1997, in collaborazione con Margherita Isnardi Parente) e della Monarchia di Dante per la nuova edizione delle Opere diretta da Mar­co Santagata nei «Meridiani» Mondadori, Milano, 2014, 20152, 2021 nella collana de­gli «Oscar Classici»). Il libro À une déesse inconnue. La conception pré-moderne de la justice, con prefazione di Marie-Dominique Couzinet, Paris, Publications de la Sorbon­ne, 2003 (La giustizia nel Medioevo e nell’età moderna, Bologna, il Mulino, 2004), è uscito nel 2025 in traduzione cinese per la Peking University Press, a cura di Huang Meiling.

Nessuna recensione disponibile per questo titolo.

Autenticati per poter scrivere una recensione. Accesso