Attraverso le testimonianze autobiografiche, le storie di vita di tre donne italiane emigrate a Buenos Aires nel secondo dopoguerra, l’Autrice ricostruisce percorsi femminili in un viaggio tra storia e memoria, percorrendo il cammino dell’integrazione nel passaggio dal vecchio al nuovo mondo.
Sono donne che, insieme a tante altre, seppure pagando costi non trascurabili e sacrifici pesanti, sono state determinanti per la riuscita del progetto migratorio, attraverso una complessa e articolata funzione di mediazione tra vecchia e nuova società (tra vecchio e nuovo mondo), come ponte tra passato e futuro.
Procedendo con un accorto uso delle fonti orali e utilizzando la categoria di gender, l’Autrice restituisce visibilità a soggetti sociali apparentemente insignificanti, la cui vita racchiude viceversa una grande ricchezza. Da questo piccolo ‘patrimonio orale’ emerge la complessità dell’universo femminile, gli anfratti più nascosti delle loro soggettività, un microcosmo di emozioni, di immagini sepolte, brandelli di esperienze passate, che diventano un patrimonio da condividere, custodire e tramandare, preservandolo dal rischio dell’oblio.
Le storie di vita delle tre protagoniste di questo racconto ci mostrano il ritratto di chi, attraverso un inevitabilmente difficile e faticoso processo di integrazione, arriva ad acquisire una nuova identità, complessa, duplice ma non conflittuale, rispetto al paese di origine, conservando antiche radici per costruire nuove identità.
Un libro dedicato al fenomeno migratorio che oggi particolarmente si impone sulla scena del mondo.

Patrizia Salvetti insegna Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università “Sapienza” di Roma. È autrice di vari saggi e monografie, tra cui: Corda e sapone. Storie di linciaggi degli italiani negli Stati Uniti (Donzelli 2003); Storie di ordinaria xenofobia. Gli italiani nel sud-est della Francia tra Ottocento e Novecento (Angeli 2008; L’amore ai tempi del fascio (Marlin 2014).