Scienze naturali, matematica e medicina nell'Antichità classica
ISBN 978-88-98926-90-9
Pagine: 128
Anno: 2017
Formato: 15 x 21 cm
Supporto: libro cartaceo
«Nell'uomo primitivo la meraviglia, che, secondo Aristotele, costituisce il principio di ogni scienza, è diretta verso le cose esterne. Egli non riflette sul proprio essere più di quel che non faccia un fanciullo; i suoi stessi compagni non attraggono tanto la sua attenzione quanto i suoi animali domestici. D'altra parte la natura circostante sveglia il suo interesse e la sua osservazione: la terra, il cielo e i loro fenomeni eccitano la sua fantasia e le facoltà attive della sua mente. Non c'è mai stato un popolo che non si sia domandato che cosa siano i tuoni, i fulmini e la pioggia, da che cosa derivino, di che siano fatti il cielo e la terra, donde vengano le bestie e le piante e come fu creato il primo uomo. I Babilonesi e gli Egizi fecero osservazioni di astronomia e di geometria prima dei Greci e accumularono materiale che tramandarono a questi; ma soltanto i Greci seppero ricavarne una scienza capace di ulteriore sviluppo. Non è senza ragione che consideriamo i pensatori ionici del VI secolo come nostri predecessori in ogni ramo della scienza moderna».
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