La prima edizione a stampa del De tribus impostoribus risale al 1753. Ma l'opera ha una lunga e intrigante storia alle spalle, che non a caso è stata definita «un vero e proprio romanzo bibliografico». Un anonimo, in un periodo che va dalla fine del secolo XVI alla metà del successivo, sfruttando motivi topici di filoni eretici e scettici rina-scimentali, e un titolo misterioso e famigerato, accusa i fondatori delle tre religioni monoteistiche (Mosè, Gesù, Maometto) di impostura e smaschera, in un latino stentato ma affilato, le immagini distorte che della divinità propongono gli uomini, trasformando la religione in strumento per tenere soggiogate le masse, o per arruolarle in crociate d'intolleranza e di odio.
Germana Ernst insegna Storia della filosofia del Rinascimento all'Università di Roma Tre. Da molti anni studia figure e aspetti del pensiero rinascimentale, e in particolare l'opera di Campanella, al quale ha dedicato numerosi saggi e tre libri.
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